Il 30 novembre, al Fusolab 2.0, di
Roma è stato proiettato il primo lungometraggio di Paolo Fazzini “MAD IN
ITALY”. La storia di questo film ci vuole raccontare la realtà che l'Italia si
trova a vivere in questo periodo. Il regista ha quindi fatto delle ricerche e
si è imbattuto in notizie di cronaca forti che lo hanno molto colpito, come
ragazze scomparse, polizia corrotta ed una evidente crisi economica. In questo
film, infatti, Fazzini cerca di racchiudere tutti questi fatti in un’unica
sceneggiatura tutta all'italiana senza cadere nella banalità e descrivendo
situazioni realmente accadute. Ha quindi messo in scena questo lungometraggio
che è un misto tra thriller e horror per narrarci una storia diversa che
racchiude in se temi importanti interconnesse tra loro come la crisi economica
che rende sempre più difficile trovare un lavoro fisso e creando nei giovani
demotivazione e scoraggiamento. Racconta, infatti, la storia di un ragazzo di
trenta anni, Davide, che vive in una casa isolata tra le colline dell’Italia centrale
e che si trova in mezzo alla crisi economica e a cambiamenti politici e sociali
importanti. Licenziato dal suo lavoro, Davide cerca il modo di sfogare con
violenza le sue frustrazioni dovute al lavoro precario e alla rigida educazione
di un padre-padrone. Davide è quindi un serial killer portato ad uccidere dalla
società, non è totalmente pazzo, ma c’è diventato per colpa della realtà che ha
sempre vissuto. Anche l'ambiente in cui è girato e il panorama che ci mostra
sono indispensabili per capire il film e il personaggio di Davide, per esempio
la casa in cui vive rappresenta a pieno questo suo stato d'animo sempre in
contrasto, perchè è si il luogo in cui si trova meglio e si rifugia dal mondo
esterno ma è anche una delle principali cause che lo costringeranno a vivere
sempre in questo costante stato di paranoia che lo porterà al delirio e dunque
al rapimento della ragazza. Le campagne circostanti invece rappresentano una
metafora tra la tranquillità apparente e quello che in realtà succede lì
intorno. È un film particolare con un intreccio ben studiato realizzato a basso
budget ma ben riuscito che ci fa capire al meglio le conseguenze di un’Italia corrotta,
in cui ci sono persone disposte a tutto pur di sopravvivere ed andare avanti.
Martina Perucca
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